Sulle colline di Scandicci, nella val di Pesa tra il Mulinaccio e la vecchia sorgente Roveta

Il Mulinaccio è un mulino idraulico del 1600. La costruzione semicircolare è nata per sbarrare le acque del Borro dei Lami. La struttura è articolata su tre livelli con caratteristiche arcate rotonde parzialmente franate. La storia di questa particolare costruzione idraulica risale alle vicende dei proprietari della Villa dei Lami, la famiglia Galli, la quale dapprima intorno al 1634 volle realizzare un lago per farne vivaio e successivamente per sfruttare l’energia dell’acqua per un mulino. La vita di questa costruzione non durò molto, poco più di un secolo, in quanto già nel 1774 l’attività era cessata. Oggi di questo antico mulino restano solo i ruderi,  seminascosti dalla vegetazione e dal bosco che lo rendono un po’ misterioso, da qui il nome di Mulinaccio. L’acqua della sorgente che sgorgava nel bosco della Roveta fu utilizzata industrialmente per l’imbottigliamento dell’omonima acqua e prodotti derivati, all’iniziò degli anni ’50 del secolo scorso e dopo un periodo di successo, iniziò il declino negli anni ‘70. Lo stabilimento chiuse definitivamente nel 1975 ed attualmente tutto l’edificio è in stato di abbandono.

Il percorso inizia dalla strada provinciale via Empolese nei pressi del distributore IP (66 m). Di fronte alle Cantine Borghi, prendiamo via del Lago che dopo poche decine di metri diventa a fondo naturale. La strada sale dolcemente,  oltrepassato un primo gruppo di case, dopo circa 1 km, troviamo a sinistra una traccia che scende con sbarra per le auto. Ci inseriamo sul sentiero n. 731 e in breve, in mezzo ad un bosco scorgiamo il vecchio edificio del Mulinaccio. A causa della instabilità del rudere, è vietato il passaggio sopra. È possibile scendere fino al fondo della parte a valle della diga/mulino, da dove si può ammirare la particolare struttura seicentesca. Risaliamo dalla parte opposta e continuiamo sul sentiero 731 che sale e dopo aver preso a destra costeggiando un vigneto, svoltiamo a sinistra. La traccia scende, attraversa un piccolo ruscello e risale fino alla piccola chiesetta di San Niccolò a Torri. Attraversiamo la strada e seguendo le indicazioni del sentiero 731, raggiungiamo le abitazioni su via di Marciola. Dobbiamo scendere lungo la strada per circa 500 metri fino a trovare, vicino ad un grosso palo dell’energia elettrica, la nuova indicazione verso destra del sentiero. Svoltiamo a destra e seguiamo i segni, per stradella vicinale, il sentiero scende e poi risale fino ad incrociare la strada vicinale. via di Roveta nei pressi del podere Barbigliano. Svoltiamo a destra e iniziamo la salita che ci condurrà alla vecchia sorgente Roveta. La strada sale e quando entra nel bosco, troviamo il bivio con l’ex sentiero 740. Continuiamo ancora nel bosco di querce e corbezzoli, quindi si lascia la stradella per seguire un sentiero a destra che porta al vecchio stabilimento dell’acqua. Gli edifici sono in stato di abbandono e non sono accessibili. Dall’esterno si nota l’importanza dell’impianto produttivo che purtroppo non ebbe vita molta lunga. Continuiamo tenendo la strada sulla sinistra passando accanto ad alcune abitazioni legate probabilmente all’impianto. La strada a fondo naturale sale fino ad incontrare sulla destra l’Albergo Roveta. Teniamo la strada asfaltata restando sulla destra, via di Roncigliano, seguendo i segni del sentiero 734 fino ad un punto sulla sinistra, dove le indicazioni del sentiero abbandonano la strada in corrispondenza di una stradella sterrata. Il sentiero ora sale su una traccia inizialmente dilavata e poi migliore, per attraversare il crinale fino a Poggio La Calla (374 m), massima altezza del percorso, per poi scendere rapidamente ad incrociare via di Marciola. Attraversiamo la strada e seguendo i cartelli del sentiero, arriviamo in breve nella piccola frazione di Marciola, con la graziosa chiesa di Santa Maria visibile già dall’alto (291 m). Teniamo ancora la destra per via dell’Oratorio passando accanto ad un asilo e scendiamo per la strada che diviene a fondo naturale. Questa viabilità è stata molto importante anche se ora poco utilizzata. L’importanza si nota nell’attraversamento del fosso di Ribuio, fatto con un ponte in pietra ancora in buone condizioni. Continuiamo senza perdere quota fino ad incrociare via San Michele nei pressi delle abitazioni Baggiolo. Voltiamo a sinistra solo per pochi metri e prendiamo la traccia che scende segnalata e che segue il Borro Leona terminando nuovamente su via San Michele nel piccolo centro abitato. Seguiamo la strada in discesa tenendo sul lato sinistro, ben percorribile fino alla curva dove incontriamo via della Leona. Voltiamo a sinistra, ma scendiamo subito a destra tenendosi sotto la via di San Michele. Seguiamo la segnaletica e raggiungiamo in breve la Villa Lazzeri a San Michele a Torri dove si trova l’omonima azienda agricola. Senza passare davanti all’ingresso, prendiamo la stradella a fondo naturale che scende sulla sinistra, si addentra costeggiando i bei vigneti e seguendo la segnaletica raggiungiamo il gruppo di case della località Buonriposo dove attraversiamo la strada provinciale. Sul lato opposto prendiamo la strada a fondo naturale, via del Lago, fino ad un bivio con una stradella dove svoltiamo a sinistra fino a raggiungere il gruppo di case della località il Poggio. Dal bivio precedente tenendo la destra arriveremmo nei pressi del bivio per raggiungere il Mulinaccio. Noi scendiamo ancora e in breve raggiungiamo la strada asfaltata via Empolese dove svoltando a destra per pochi metri raggiungiamo il punto da dove siamo partiti.