A Firenze, nel vivace ambiente creato dalla nuova capitale d’Italia, un piccolo gruppo di studiosi e appassionati fiorentini e piemontesi giunti da Torino, si riunisce la sera del 1° luglio 1868 al Museo di Storia Naturale (“la Specola”) per stabilire la nascita di una sezione del Club Alpino Italiano.
Anima dell’iniziativa Igino Cocchi, geologo insigne e profondo conoscitore degli Appennini e delle Apuane.
Nel 1869, stabilita la sede in Palazzo Ferroni, la sezione comincia a funzionare con 88 soci; tra loro grandi nomi della politica e della cultura come Ubaldino Peruzzi, Bettino Ricasoli, Lorenzo Ginori Lisci, Odoardo Beccari, Emilio Simi.
Igino Cocchi sarà il primo Presidente, a lui seguirà Lorenzo Ginori Lisci poi Sindaco di Firenze e successivamente l’inglese Richard Henry Budden: grazie alla sua opera, iniziata nel 1873 e durata più di venti anni, la sezione fiorentina assumerà un’importanza internazionale tale da poter annoverare tra i propri soci i maggiori alpinisti europei del tempo come William August Brevoort Coolidge, Henri Cordier e Ludwig Purtscheller.
Pur lontana dalle Alpi la sezione fiorentina si impegna a realizzare gli scopi del sodalizio.
Nel 1874 la Biblioteca sezionale già pubblica un suo catalogo e pochi anni dopo nascerà per opera dei soci fiorentini la Biblioteca Alpina di Lucca.
Nel 1878 s’inaugura un ricovero al lago Scaffaiolo (il primo dell’Appennino tosco-emiliano) e nel 1883 un altro, il “Dante”, al Falterona.
Nel 1924, grazie ad una sottoscrizione aperta con 5.000 lire offerte dal Comune e 2.000 dalla Deputazione provinciale di Firenze, la sezione riesce a raccogliere le 20.000 lire necessarie ad ottenere l’assegnazione del “Regensburger Hütte”, un rifugio dell’Alto Adige (bottino di guerra) situato in Val Gardena ai piedi delle Odle; il rifugio, tuttora uno dei più frequentati delle Dolomiti, prenderà il nome di “Rifugio Firenze”. Noto anche per essere stato meta delle escursioni estive del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, nel 1999 diventa proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano e con il 31 dicembre 2010 si esaurisce la concessione a favore del Cai. La sezione subisce così una grave perdita anche sotto il profilo economico dopo avere per ben 86 anni contribuito con il lavoro e l’impegno dei soci a mantenere e rinnovare la struttura a vantaggio di tutti coloro che amano e frequentano le montagne dell’Alto Adige-Südtirol.
Nel 1893 la sezione attrezza la più antica via ferrata italiana sulla parete Sud del Procinto nelle Alpi Apuane, ristrutturata completamente nel 2018 in occasione dei 125 anni dell’inaugurazione e dei 150 anni della Sezione. Sempre in questo periodo iniziano i primi accurati studi sulla flora e sulla fauna dell’Appennino centrale e delle Apuane e la redazione di guide dell’Appennino.
Da ricordare il fondamentale contributo della sezione fiorentina all’organizzazione della rete meteorologica toscana, con la creazione di vari osservatori grazie anche alla collaborazione col Padre Scolopio prof. Filippo Cecchi, primo socio onorario della sezione e direttore per molti anni dell’Osservatorio Ximeniano.
Negli anni 1913-14 il geologo Giotto Dainelli al tempo presidente della sezione, il geografo Olinto Marinelli, il meteorologo Nello Venturi Ginori e l’ingegnere John Alfred Spranger, tutti soci della sezione, partecipano alla “Spedizione italiana De Filippi nell’Himalaia, Carakorum e Turchestan Cinese”.
Negli anni precedenti la prima guerra mondiale l’attività della sezione si rivolge alla propaganda tra i giovani con le carovane scolastiche, escursioni organizzate dal Cai per gli alunni dei licei fiorentini e alla valorizzazione della vita sezionale con la nascita del Bollettino nel 1910.
In quegli stessi anni il CAI porta a Firenze un nuovo sport: ogni domenica da gennaio a marzo tra le 50 e le 100 persone raggiungono Vallombrosa con la ferrovia a cremagliera Ellero-Saltino: si provano gli ski giù per i prati innevati e si pattina sulla vasca ghiacciata. Lo sci entusiasma e diverte, nasce il “Gruppo Skiatori” che arriverà fino ai nostri giorni come Sci-Cai; Vallombrosa diventa stazione invernale e dopo Vallombrosa, l’Abetone. È questo il periodo eroico dello sci ed il numero di praticanti cresce rapidamente una domenica dopo l’altra. Nel 1921-22 la sezione organizza le prime escursioni sulle Alpi e dà il via all’attività agonistica realizzando le prime gare e dopo due anni (1924), i Campionati Toscani di Sci.
Anche l’attività speleologica, iniziata già in ambito sezionale nel 1887 in Apuane, si fa più viva e nel 1927 viene fondato il “Gruppo Speleologico Fiorentino”: grazie ad una tecnica e a un’attrezzatura esplorativa d’avanguardia iniziano le esplorazioni di varie grotte e la discesa di grandi cavità (Abisso E. Revel -316 m) in Apuane e in Appennino; sarà un periodo di straordinaria attività per il gruppo fiorentino che diverrà uno dei punti di riferimento della moderna speleologia italiana. Intorno agli anni ’30, con lo sviluppo della progressione su roccia, nasce l’esigenza di una didattica alpinistica e nel 1937: Fosco Maraini, naturalista ed etnologo, socio della sezione e valente arrampicatore, spesso in cordata con Tita Piaz, Emilio Comici ed altri famosi alpinisti dell’epoca, organizza un corso di alpinismo con la guida Gino Soldà a far da istruttore, ma le adesioni non sono sufficienti ed il corso viene annullato.
I tempi cambiano, alcuni giovani soci “emigrano” sulle Alpi per partecipare a corsi di alpinismo portando all’interno della sezione conoscenza e tecniche aggiornate; nel 1952 nasce la Scuola di Alpinismo intitolata a "Tita Piaz", grande alpinista fassano scomparso nel 1948 amico di Marino Fabbri, fondatore e per lunghi anni direttore della scuola. Prende avvio l’organizzazione sistematica di corsi sulle varie discipline alpinistiche con l’obiettivo di educare alla montagna, non solo fornendo un adeguato bagaglio tecnico e culturale, ma anche e soprattutto trasmettendo una passione autentica per una frequentazione consapevole della montagna nel rispetto dell’ambiente e delle regole fondamentali di sicurezza. La Scuola Tita Piaz, diventerà oltre che di Alpinismo anche di Scialpinismo e Arrampicata Libera.
Nel 2017 nasce la Scuola di intersezionale di Escursionismo con l’obiettivo di diffondere la corretta frequentazione dell’andare in montagna facendo escursionismo in tutte le forme.
Queste le radici di una sezione che oggi conta circa 2.000 soci e una bella vitalità: fanno attualmente (2022) parte della Sezione due Sottosezioni: Pontassieve e una “aziendale” la Sottosezione della Cassa di Risparmio di Firenze costituita 1953.
A fianco della scuola di alpinismo e dell’alpinismo giovanile, le attività della sezione sono ben rappresentate dai vari gruppi che ne animano la vita: il Gruppo escursionistico “Emilio Orsini”, il gruppo Sci_Cai "Sergio Serafini", il Gruppo “Namastè” di Montemignaio, il Gruppo alpinistico “Tita Piaz”, il Gruppo scialpinistico “Andrea Bafile”, il gruppo "Montagna per tutti", il "Gruppo Speleologico Fiorentino" e gli ultimi nati, il Gruppo Juniores Pane & Vette e il Gruppo Mugello. (Vedi pagina dedicata)
Ricordiamo poi il Coro “La Martinella” costituitosi nel 1970 e recentemente dichiarato “coro di interesse nazionale” dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il gruppo "Sentieri" attivissimo oltre che nella manutenzioni dei molti sentieri di competenza, nella realizzazione della segnaletica per moltissime sezioni toscane e non solo.
A documentare regolarmente le tante attività la rivista “Alpinismo fiorentino” con la sua colorata redazione. La rivista è presente anche online con numerosi articoli e approfondimenti.
Dal 2007 al blocco per la pandemia da Covid 19, nel febbraio 2020, la sezione di Firenze ha gestito la palestra d’arrampicata all’interno del palazzetto dello sport (Nelson Mandela Forum).
Da non dimenticare le spedizioni extraeuropee organizzate dalla scuola d’alpinismo: la prima nel 1984 con destinazione la catena montuosa dello Huayhuash in Perù, la seconda nel 2003 – per festeggiare i 50 anni di attività della scuola – nella catena del Kokshall-Too in Kyrgyzistan e l’ultima “Cochrane 2005” nel gruppo del San Lorenzo in Patagonia.
Oggi sempre di più, continua l'impegno della sezione nella divulgazione del valore culturale dell'andare in montagna, nella didattica e nella difesa dell'ambiente montano per una frequentazione corretta e consapevole.
Le iniziative ed i progetti che si realizzano, sono rivolti non solo ai soci, ma a tutta la collettività, per la conoscenza e l'impegnativo sostegno alle Terre Alte dalle quali dipende anche il benessere delle città.
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