La valle del Muccione in Mugello

Il percorso è lungo una valle poco frequentata in quanto mancante di viabilità stradale. Fino a qualche decennio fa era frequentata solo da raccoglitori di marroni e per altre attività agro pastorali. Lungo il percorso si incontra la ex stazione di Fornello sulla ferrovia Faentina, il piccolo borgo di origine ferroviaria un tempo scarsamente abitato e  poi disabitato è da sempre poco raggiungibile, solo col treno o con sentieri. La stazione negli anni punto di riferimento anche per le case e le fattorie circostanti, fu chiusa nel 1967, restando abbandonata e cadendo nel degrado.

Il Muccione è un affluente del fiume Sieve che nasce dal Poggio degli Allocchi.  Il nostro percorso inizia poco sopra Vicchio, oltrepassato il paese di Gattaia (355 m). Nel paese era presente fino a non molti anni fa una pescaia a servizio di un mulino ora scomparso. Percorriamo con l’auto un tratto di strada a fondo naturale fino ad uno slargo dove si può parcheggiare comodamente. Seguiamo la strada in leggera salita per circa 100 metri fino all’inizio del sentiero n. 56 verso Fornello e Casette che troviamo sulla sinistra (420 m). Il sentiero sale senza particolari difficoltà. In alto passa la ferrovia Faentina che dopo essere uscita dalla lunga galleria di Poggio Monzagnano, si dirige in salita verso il valico della linea, nella lunga galleria degli Allocchi. Il sentiero asseconda la valle attraversando vari torrenti laterali del Muccione. Interessanti sono le opere di regolazione delle acque per dilavamento, realizzate durante la costruzione della ferrovia intorno agli anni 1890. Un piccolo e particolare ponte in muratura e dei grandi muraglioni di contenimento seminascosti dalla vegetazione. Il Muccione resta qualche decina di metri più in basso. Il sentiero ora passa sotto una delle opere di ingegneria ferroviaria più interessanti della linea: il maestoso viadotto di Valdicampi che attraversa l’omonimo torrente. Il viadotto è a due serie di arcate, tipico delle costruzioni ferroviarie ottocentesche. Da questo punto può essere interessante fare una digressione su sentiero non numerato, per visitare la vecchia cava di pietra dove ancora sono presenti alcuni carrelli decauville e i resti dell’impianto di triturazione delle pietre per la massicciata ferroviaria. Dalla vecchia cava si può continuare e riprendere il percorso sul sentiero 56. Noi continuiamo sul sentiero e dopo poco raggiungiamo la vecchia stazione abbandonata di Fornello (537 m). Non entriamo nell’area ferroviaria, ma seguendo il sentiero, passiamo sotto il viadotto adiacente alla ex stazione e attraversiamo un altro piccolo torrente. Il sentiero sale, ci portiamo sopra ad una galleria dove possiamo vedere la vallata e la ferrovia sottostante. Il nostro sentiero ora si inserisce nella stretta valle nel bosco e ci portiamo al livello dell’acqua. Lasciando sulla destra il sentiero n. 56/a che porta alle dirute abitazioni di Brancobalardi, iniziamo la risalita del Muccione con alcuni attraversamenti. Lungo la risalita si incontrano cascatelle e giochi d’acqua, dove è possibile rinfrescarsi. Naturalmente le cascate del Muccione offrono il meglio di sé in autunno o primavera quando la portata d’acqua è maggiore e lo spettacolo è assicurato. Il sentiero guada più volte il fiume e in genere non ci sono problemi, ma in stagioni più piovose ci può essere qualche piccola difficoltà di attraversamento. Usciamo dal bosco nelle aree prative prima coltivate, nei pressi delle abitazioni ora ruderi di Casette (788 m). Le attraversiamo e seguiamo il sentiero che segue la vecchia strada di Casette verso la Colla. Il sentiero è ben percorribile e si innesta sul quello di crinale n. 00 (900 m) che è sullo spartiacque principale dell’Appennino. Siamo sulla Giogana dove praterie di sommità si alternano a boschetti. Poco sotto c’è la sorgente del Muccione. Seguiamo sempre il sentiero che aggira il poggio delle Travi e passando dai ruderi di Case Riseccoli (675 m) giungiamo al bivio nei pressi di Poggio Pettinelle dove voltiamo a destra per il sentiero che in salita e sempre ben segnato conduce al Passo della Colla di Casaglia (907 m). Poco prima di raggiungere il passo, troviamo le indicazioni delle sorgenti del Lamone, il fiume che attraversa di Marradi e sfocia nel mar Adriatico. Alla Colla si conclude il nostro percorso. È possibile tornare indietro o prendendo il bus o sul solito percorso dell’andata o utilizzandone un altro di crinale come il sentiero n. 32.