Da Fiesole al Salviatino passando per la nascosta Fonte Sotterra e le vecchie cave di Monte Ceceri

Camminando sulle colline intorno a Firenze si scoprono vecchie escavazioni di pietra seminascoste dalla vegetazione e solo l’occhio attento riesce a capire a cosa servivano. In particolare nella zona di Fiesole, queste  hanno avuto una rilevanza significativa nella storia. Si tratta di cave di pietra serena, un tipo di pietra arenaria di particolare compattezza, che veniva usata per le costruzioni. Monte Ceceri, poggio poco sotto Fiesole, per la caratteristica del posto, la vicinanza a Firenze e la facilità di estrazione, è forse il luogo dove l’escavazione della pietra ha avuto una storia millenaria e per altrettanti anni è stata la base dell’economia locale. L’espansione dell’attività estrattiva in questa zona si è sviluppata però fortemente con la crescita urbana di Firenze, ad iniziare soprattutto dal ‘400. Da quegli anni gli architetti fiorentini iniziarono a definire e chiamare pietra Serena per la colorazione cerulea chiara – azzurrina e per la compattezza. Le cave si distinguevano per il tipo escavazione: le “tagliate” (cave a cielo aperto) e le “latomie” o “ficcate” (cave in grotta). Le cave sono tutte ormai chiuse da molti anni. Intorno al 1930 fu deciso di attuare un progetto di risanamento ambientale, per far fronte al dissesto idrogeologico creato dalle cave. Il paesaggio dell’area era molto diverso dall’attuale e l’intervento  di rimboschimento,  realizzato con querce, cerri, roverelle e conifere come cipressi e pini,  ridette all’area la forma e i colori di quella che doveva essere molti secoli prima.

Nella Nuova Guida-Illustrazione Storico-artistica I Dintorni di Firenze di Guido Carrocci del 1881, edita da Tipografia Galletti e Cocci a pag. 40 si legge:  Cave di Fiesole. – Sono le cave di pietra più importanti di Firenze e quelle che hanno fornito la maggior copia di materiali per la costruzione delle fabbriche della città. Le cave sono sul fianco orientale e settentrionale del Monte di Fiesole o Monte Ceceri e costituiscono una vera e importantissima industria nella quale sono occupati centinaja d’operai. …. Le cave che sono sul Monte Ceceri ascendono al numero di 40 in esercizio. Il Monte Ceceri ha un’altezza di metri 418,66 sopra il livello del mare.-  Oggi le cave sono abbandonate e benché l’area sia privata, di proprietà della Fattoria di Maiano, la zona è diventata parco (Parco di Monte Ceceri) e classificata zona ANPIL (Area Naturale Protetta a Interesse Locale).

Il nostro percorso, benché breve, ci porterà a visitare la fonte Sotterra a Borgunto e attraversare il parco visitando le cave entrando in un mondo oramai lontano, ma non dimenticato. L’itinerario escursionistico inizia da piazza Mino a Fiesole raggiungibile con il bus n 7. Dalla piazza guardando il palazzo comunale e la chiesa, prendiamo via Giuseppe Verdi che rimane sulla loro destra. Seguiamo la strada stretta fra le case che poi si apre con un meraviglioso panorama sulla piana di Firenze. La strada assume successivamente il nome di via Monte Ceceri. Prima di immergersi nel parco di monte Ceceri con le cave, è molto interessante poter visitare (su appuntamento con il Comune di Fiesole) la particolare Fonte Sotterra. Quindi al bivio tra via Monte Ceceri e via degli Scalpellini, voltiamo a sinistra per via Mari e la seguiamo fino all’incrocio su una curva. Prendiamo via dei Medici che termina con una scalinata. Scendiamo e sulla sinistra troviamo seminascosto un cancello che chiude l’accesso. La fonte ha origini antichissime ed è stata probabilmente la principale fonte idrica per l’abitato di Borgunto. La grotta in cui si trova è stata scavata in corrispondenza di una frattura in cui era presente una vena d’acqua. La sorgente è situata nel fondo della grotta che si estende per una trentina di metri ed è situata a 14 metri sotto il livello della strada. Nel corso dei secoli, data la temperatura costante dell’acqua, è stata utilizzata per vari scopi, dall’uso alimentare, a luogo per la conservazione degli alimenti. Durante la seconda guerra mondiale la grotta è stata anche un rifugio antiaereo.

L’ingresso alla fonte dalla omonima strada, è poco evidente in quanto sulla sinistra un semplice cancello seminascosto ne chiude l’accesso. La visita è possibile contattando il Comune di Fiesole.

Ritorniamo sui nostri passi risalendo la scalinata e seguendo via Mari, giungiamo nei pressi di un giardino pubblico, in via Monte Ceceri dove voltiamo a sinistra per via degli Scalpellini che seguiamo e ad un altro bivio voltiamo a destra. La stradella diventa a fondo naturale e entriamo nel Parco di Monte Ceceri dove sono presenti innumerevoli resti delle cave di pietra e in alto il piazzale Leonardo. Fatti alcuni metri troviamo un bivio. Prendiamo a destra in leggera discesa la strada degli Scalpellini per poter vedere l’interessante cava Braschi, la cui escavazione è in grotta. Non è possibile accedere, ma dalla recinzione è possibile vedere l’interessante lavorazione con le colonne che sorreggono la volta. Per poter raggiungere il piazzale Leonardo dobbiamo ritornare indietro fino al bivio precedente e voltare a destra seguendo le indicazioni del sentiero 1. Dopo una ripida rampa raggiungiamo il piazzale noto per le narrazioni sulle prove di volo delle macchina di Leonardo da Vinci. Una stele ricorda le parole di Leonardo che celebrano la grandiosità dell’idea del volo.

Dal piazzale la vista su Firenze è ampissima. Attraversiamo il piazzale e continuiamo per il sentiero 1 che in questo tratto è percorso anche dalla Via degli Dei. Dopo un breve tratto leggermente disagevole, rientriamo in una delle strade di cava che senza pendenza passa accanto a varie vecchie cave. Ad un incrocio intercettiamo il sentiero 7 che seguiremo fino a valle. Questo tratto coincide con la via degli Scalpellini in ricordo dell’antico mestiere. Vediamo varie cave, alcune più piccole altre più ampie. Sono seminascoste dalla vegetazione, un reticolo di sentieri alcuni carrabili ricordano quando l’area brulicava di cavatori, gli scalpellini con i rumori caratteristici del ferro battuto sulla pietra, i carri che trasportavano i blocchi di pietra dai vari poggi caricatori verso la città. Camminando nel silenzio del bosco, si creano profonde suggestioni ripensando al piccolo mondo antico durato molti secoli.

Il sentiero 7 segue una delle vecchie strade di cava, il cui fondo è ancora ben visibile. É necessario fare attenzione a non uscire dei sentieri segnati. Senza perdere il riferimento del sentiero 7 con i segni bianco rossi, oltrepassiamo altri bivi e raggiungiamo la strada di fondovalle nei pressi del torrente Mensola. Voltiamo a destra e seguiamo ancora la strada. Sulla nostra destra sono presenti ancora vecchie cave dismesse. Continuiamo e attraversiamo una sbarra e siamo a Maiano. Dopo poco appare sulla destra la grande cava utilizzata anche dagli arrampicatori fiorentini. È caduta in disuso con l’avvento delle palestre indoor. La cava è alta circa 50 metri, davanti un grande prato e alcuni esercizi commerciali. Seguiamo la strada asfaltata e raggiungiamo l’incrocio dov’è presente sulla sinistra l’ingresso della Fattoria di Maiano, proprietaria di tutta l’area di Monte Ceceri. Per arrivare a Firenze possiamo seguire la strada per circa un chilometro e mezzo fino al Salviatino oppure prendere il bus navetta SF che porta anch’esso al Salviatino.

https://moovitapp.com/index/it/mezzi_pubblici-line-SF-Firenze-2022-1445121-8415431-0

https://www.isprambiente.gov.it/contentfiles/00002500/2512-stones-art.5.pdf

https://blogcamminarenellastoria.files.wordpress.com/2019/12/9-la-mappa-del-parco-di-monte-ceceri.jpg

https://www.museidifiesole.it/musei/altre-evidenze

“Le cave di Maiano” di Marco Bastogi