Dal Bigallo all’Incontro, la pietra bianca e le antiche strade.

L’itinerario ad anello che si sviluppa generalmente in ambiente boscoso e su strade asfaltate, bianche e sentieri segnalati, inizia di fronte al bellissimo complesso del Bigallo, raggiungibile da Bagno a Ripoli lungo via Roma fino ad incrociare via del Bigallo e Apparita, dove subito dopo le imponenti mura dell’edificio si trova il panoramico parcheggio. Apparita è un toponimo diffuso e spiegato dal Repetti come dipendente dalla “sorprendente prospettiva che da questo punto si offre allo spettatore”.
Siamo sulla vecchia Aretina, uno tra i più importanti tracciati della rete viaria che fin da tempi remoti attraversa questo territorio per poi convergere verso Firenze. Tra i numerosi luoghi di sosta per pellegrini e viandanti sorti lungo questi antichi percorsi, lo Spedale del Bigallo è certamente il più importante. L’ampia e severa struttura con lo snello campanile a vela, fu fondata nella prima metà del 1200 dal ricco fiorentino Dioticidiede di Bonaguida del Dado era conosciuto come “Spedale di Santa Maria a Fonteviva” per la vicinanza di una ricca fonte, Bigallo probabilmente perché sorto nel punto in cui l’aretina intersecava l’antica via del Gallo e quindi Bivius Galli.Interessante sapere che la compagnia di Santa Maria Maggiore che lo possedette fino al 1500 ne prese il nome e quando sì unì alla Compagnia della Misericordia ed ereditò l’edificio prospiciente il duomo di Firenze, la famosa loggia prese lo stesso nome.

Dal parcheggio si scendono pochi metri verso lo Spedale per poi continuare di fronte su via della Bascula. Da segnalare all’angolo della via, i lavatoi con le ampie vasche in alberese e pietra serena già documentati nelle cartografie del 1583 e utilizzati per il bucato dalle donne del Bigallo, sino agli anni Sessanta del secolo scorso.
Alla prima curva la strada sale decisamente ed appare tutto il complesso del Bigallo mentre alla nostra sinistra si aprono magnifici panorami su Firenze. Da notare in alto circondata da cipressi, la ciminiera dell’antica fornace. Al termine della salita, a destra, un bianco edificio in pietra d’alberese con torre merlata e due finestre a sesto acuto. Siamo alla ‘basculla’, così chiamata perché qui si trovava la bascula per la pesa della calce che si produceva nella vicina fornace, attiva nella seconda metà del XIX sec. (da qui anche il nome della strada). La presenza nel territorio di pietra alberese aveva portato alla diffusione di fornaci da calce¸ perfino alcune molto piccole erano all’interno delle aziende agricole e venivano messe in funzione in occasione di lavori.
Nel 1866 anno in cui Gustave Eiffel realizza la famosa torre, Ubaldino Peruzzi costruisce le fornaci di Monte Pilli, “onde utilizzare materiale locale e promuovere una industria per dar lavoro alla popolazione del Comune” (L. Torrigiani). Alla fine dell’Ottocento c’ erano dieci forni sempre accesi nei quali lavoravano 30 persone; si producevano calcina e cemento e con essi si realizzavano manufatti vari probabilmente utilizzati anche nella ristrutturazione della Firenze Capitale (1865-1870).
Vicino, ma un po’ nascosto, il torrino, in pietre d’alberese poggia su un arco di cemento sotto il quale una breve galleria conduceva ad una cava. In alto, sulla facciata, l’emblema, in pietra serena, dei Peruzzi e sotto, in cifre impresse di metallo con il peso complessivo sopportato dall’arco: “K. 27450”. Infatti il Torrino era stato costruito per provare la capacità di resistenza del cemento prodotto in loco. Con la morte di Ubaldino Peruzzi (1891) le fornaci chiusero, tuttavia dopo la Seconda Guerra Mondiale furono riattivate e continuarono a produrre calce sino agli anni Sessanta del secolo scorso.
Si prosegue lungo la strada sterrata che ora scende fino ad incontrare via di Terzano, ancora a sinistra in discesa si arriva di fronte alla chiesa di San Lorenzo a Paterno, proseguiamo a destra lungo via Vicchio e Paterno passando prima dalla bella struttura medievale di Vignalla e poi dall’ex mulino di Paterno (visibili le macine); quindi attraversato il Borro di Rimaggio si risale lasciando a destra Torre Terigi, bell’esempio di “casa torre” medievale costruita in blocchi di alberese. Si prosegue in leggera salita lasciando a sinistra un grande tabernacolo (Annunciazione), fino ad un incrocio dove svoltiamo a destra per via di Vernalese e dopo due tornanti asfaltati seguendo il sentiero n.4 saliamo il crinale passando per Poggio di Terra Bianca e Poggio Balestrieri fino al Convento dell’Incontro. Il Convento dell’Incontro, chiamato anche la Solitudine dell’Incontro,costruito per volontà di San Leonardo da Porto Maurizio, predicatore francescano, fu terminato nel 1717; la parola Incontro fa probabilmente riferimento alla leggenda secondo la quale su questo colle si sono incontrati San Francesco e San Domenico, purtroppo non ci sono documenti che confermano questa ipotesi. L’edificio attuale è il risultato di una complessa ristrutturazione in quanto  fortemente danneggiato durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ma all’interno si conservano ancora numerose opere d’arte.
Passando accanto alle mura di cinta del convento, prendiamo in discesa il sentiero 00 fino ad arrivare alla località Croce dei Frati. Il toponimo deriva dalla presenza di una croce in legno sostenuta da un piedistallo di pietra serena che in passato era collocata nei pressi del triangolo di bosco al centro degli incroci e stava ad indicare il cammino verso il convento dell’Incontro.
Da qui il segnavia n.6 conduce a Bencistà (428m): poche case lungo una stretta strada sterrata, un ristorante e quel che resta di un antico tabernacolo. In questo tratto si costeggiano il restaurato edificio dell’ex colonica La Montanina e la Villa Le Corazze. Alla nostra destra un colpo d’occhio su antiche coloniche, una minuscola chiesa e alcune ville padronali che compongono la località di Terzano.
Da Bencistà proseguiamo sul sentiero n. 6 per lasciarlo poco dopo per un altro a destra segnalato BC (Borghi e Colline), questo segue la collina a mezza costa in mezzo a un bel bosco con alti fusti (carpini, querce e qualche pino marittimo) e un sottobosco ricco di viburni, rovi, rose canine. Il tracciato ricalca, in parte, un percorso alto medioevale che si ipotizza di origine romana. La strada che in passato era denominata ‘Strada Vicinale di Bencistà’ ed anche ‘Strada Vicinale detta del Monasteraccio’, conserva in più punti un fondo selciato ancora in buone condizioni. Al termine ci ricongiungiamo col sentiero n.6 ed in breve ritorniamo su via della Bascula. Poco prima di raggiungere la casa della bascula, si passa accanto ad un altro edificio merlato, l’ex-colonica la Fornace, ora abitazione privata, sulla quale è ancora visibile lo stemma dei Peruzzi de’ Medici. Per una traccia che passa a monte, si può arrivare vicino al torrino anche se la vegetazione e vari oggetti abbandonati, rendono difficile avvicinarsi.

PER  APPROFONDIRE:

L’antico spedale del Bigallo

La strada romana del Bigallo

La strada romana di monte Pilli

Una tour eiffel a monte pilli

Le fornaci di monte Pilli

La Torre Terigi