Nella valle di San Godenzo con le cascate di Calabuia e Pretella

Lungo il torrente Godenzo ai margini del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi da Ontaneta a valico dei Tre Faggi.

Il territorio di San Godenzo può essere considerato la ‘porta fiorentina’ del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e Campigna. Ma la valle è nota anche perché qui è nato il celebre pittore del Rinascimento fiorentino Andrea del Castagno da cui il nome dell’omonima frazione. Ma in questa valle che presenta boschi suggestivi e autentici inframezzati da coltivazioni, l’acqua è il vero denominatore comune. Infatti la zona del m. Falterona nella valle di San Godenzo, è una delle più ricche d’acqua dell’Appennino. I versanti scoscesi di arenarie sono stati incisi da torrenti le cui sorgenti sono sparse un po’ dappertutto. Fra le tante sorgenti del Falterona di cui la più famosa è l’Arno, alcune sono meno note e formano percorsi d’acqua spesso nascosti dalla vegetazione, con varie cascate suggestive che meritano di essere conosciute.

Salti che sono stati sfruttati già nei secoli scorsi per il funzionamento di mulini.  Tra le cascate della zona si ricordano quelle famose dell’Acquacheta e del Piscino. L’itinerario proposto, permette invece la scoperta delle nascoste e non lontane cascate di Calabuia e del Pretella con le loro acque limpide e rigogliose nei periodi autunnali e primaverili. Un itinerario forse poco conosciuto essendo a margine dei percorsi verso il più rinomato monte Falterona che merita invece di essere riscoperto percorrendo il sentiero proposto.

L’itinerario inizia dal piccolo parcheggio di Ontaneta dove un cartello segna il sentiero 7. Si scende lungo la strada a fondo naturale che termina nei pressi di una abitazione. Passiamo davanti e continuiamo sul sentiero in discesa e poco dopo incrociamo un’altra strada a fondo naturale nei pressi del ponte di Calabuia che attraversa il torrente san Godenzo. Qui un cartello indica la cascata di Calabuia. Seguiamo le indicazioni del sentiero 7A e con una breve salita nel bosco raggiungiamo la bella cascata di Calabuia. Il nome è data probabilmente dal fatto che essendo orientata a settentrione e immersa nel bosco, è spesso in ombra. La cascata è formata da due salti principali e alcuni salti minori. Circa a metà l’erosione ha formato una caratteristica cavità circolare tipo ‘marmitta dei giganti’. Per poter vedere il salto superiore della cascata, si deve risalire il sentiero che ha alcuni tratti ripidi a cui si deve prestare attenzione in particolare nel caso che sia bagnato.

Ritorniamo sui nostri passi fino al ponte. Lo attraversiamo e troviamo il vecchio mulino di Calabuia ora non più in uso e ristrutturato ad abitazione, segno di uno sfruttamento importante dell’energia idraulica fino a qualche decennio fa. Il mulino è datato 1840 come inciso in una pietra nei pressi dell’uscita dell’acqua della ritrecine, sono ancora visibili le strutture principali tra cui la vasca di carico ora trasformata a prato, sul lato opposto del sentiero verso la cascata è visibile la gora per il convogliamento dell’acqua.

Continuiamo sulla strada che dopo poco attraversa con un ponte, il torrente San Godenzo. La strada sale ma sulla destra una traccia segnata scende nel letto del torrente per farci ammirare la bella cascata che in realtà sono una serie di salti di vario dislivello. La cascata si trova nella confluenza del torrente Godenzo con il torrente Falterona che raccoglie le acque del versante del Monte Falterona. Dopo la cascata l’acqua scende rapida nel solco scavato nella roccia nei millenni, formando delle rapide spumeggianti. Dopo esser ritornati sui nostri passi, riprendiamo la strada e raggiungiamo un bivio con varie indicazioni di sentieri. Noi continuiamo sulla destra sul sentiero 7 che continua lungo la vallata. Il percorso inizialmente senza particolare pendenza, segue lungamente la valle con panorami e tracce di un passato non troppo lontano, attraversando il torrente più volte raggiungendo le case Sambuchello. Da qui il percorso segue la strada a fondo naturale con alcuni punti che taglia le curve più evidente raggiungendo infine la strada provinciale asfaltata nei pressi di un tornante dove termina l’itinerario. Poco sopra è presente il valico dei Tre Faggi.

Il ritorno può essere fatto sul solito itinerario oppure dal valico percorrendo il sentiero 00 (SICAI) con una cavalcata lunga ma entusiasmante fino al Giogo di Castagno e scendere da qui per il sentiero 14 fino ad Ontaneta. Ma esistono anche altre possibilità.

Il percorso escursionistico non presenta difficoltà e come tutti gli itinerari in ambiente montano, si deve affrontare con la necessaria preparazione e le buone condizioni atmosferiche. Il terreno dopo le piogge può essere in alcuni scivoloso, pertanto è necessario prestare attenzione.