Il sentiero della Memoria tra Poggio alla Croce e la Badia di Montescalari

Il percorso attraversa luoghi particolarmente belli, con visuali che si aprono sul Valdarno e sul Chianti e collega storie tra loro lontane.

Le origini dell’abbazia sono da ricercarsi in un antico ospizio per pellegrini lungo il tracciato della Cassia Adrianea, una via romana che correva sulle colline, lontano dalle zone paludose di fondovalle. Una comunità monastica vi si riuniva già intorno 1040 e grazie ad una prima donazione dei Da Cintoia, signori del vicino castello e ad altre successive,  ai primi del XIII secolo, l’antico ospizio divenne una vera e propria abbazia. La comunità seguì la regola della congregazione Vallombrosana, fondata nel 1039 da san Giovanni Gualberto, che nacque in val di Pesa e sempre in val di Pesa morì, nella Badia a Passignano.

Le vicende di Pian d’Albero risalgono alla seconda guerra mondiale, il 20 giugno 1944, poco più di un mese prima della Liberazione di Firenze.  Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la resistenza composta da soldati del disciolto esercito italiano, ex prigionieri di guerra e civili, si stava organizzando sotto il controllo del CLN (Comitato Liberazione Nazionale). Sui monti del Chianti erano attestate le truppe tedesche con una linea difensiva che aveva il compito di rallentare l’avanzata verso nord degli alleati. La zona di Pian d’Albero, nei boschi fra il Valdarno e il Chianti, fuori delle principali vie di comunicazione viveva in un casolare la famiglia Cavicchi. Una famiglia numerosa di mezzadri contadini come tante in Toscana, ma che aveva scelto di appoggiare la resistenza che iniziava ad organizzarsi. Qui venivano addestrati i giovani partigiani che sarebbero entrati nella brigata Garibaldi-Sinigaglia. I tedeschi scoperta la funzione del casolare, l’attaccarono:  20 partigiani furono uccisi e altri 19 fatti prigionieri, vennero portati più a valle in località Sant’Andrea e impiccati, tra loro un ragazzo di 12 anni. A testimonianza della tragedia rimane il monumento ai caduti di Pian d’Albero, lungo la strada che oggi porta a Ponte agli Stolli, ai piedi dei gelsi usati allora per l’impiccagione.

Il sentiero inizia dalla caratteristica frazione di Poggio alla Croce (600 m). Dal centro del paese si segue la strada provinciale verso Figline passando sotto al cavalcavia. Dopo circa 200 metri, in una ampia curva della provinciale, troviamo sulla destra il cartello che indica “Sentiero della Memoria e Monte Scalari” che corrisponde al sentiero n. 21. Prendiamo a destra e iniziamo la salita. Il sentiero è evidente, in qualche tratto fare attenzione per l’erosione dell’acqua. Durante la salita alcuni cartelli illustrano la storia della Brigata Sinigaglia. Dopo un primo tratto più ripido, la pendenza diminuisce e si raggiungono su strada bianca, prima Pian degli Olmi e poco dopo Pian d’Albero (695 m)  col casolare dei Cavicchi, oggi disabitato. Dal casolare si torna indietro un centinaio di metri fino al bivio a Pian degli Olmi. Seguiamo brevemente la strada che coincide con il sentiero n. 7 e poi svoltiamo a destra per risalire la piccola valle tra Poggio Tondo e Poggio la Sughera che ci porta al Pianello, dove venivano recuperati i rifornimenti paracadutati dagli aerei alleati. Oggi la zona è boscosa, ma al tempo dei fatti, il terreno era brullo per il taglio della legna per il carbone. Lasciamo la zona dove si trova anche il rudere del casolare Venturi nel quale si faceva il pane per i partigiani. Scendendo lungo il Borro Grande ritroviamo il sentiero n. 7 che seguiamo senza perdere quota fino ad un bivio con la caratteristica piccola Cappella dei Boschi, una modesta costruzione oggi in condizioni di abbandono. Si prosegue sulla strada verso destra e in breve si raggiunge la Badia di Montescalari (700 m). Dopo una doverosa sosta, riprendiamo il percorso a ritroso fino alla Cappella dei Boschi dove svoltiamo a sinistra. Il percorso in questo tratto coincide con il sentiero n. 00. Si raggiunge il colle ad un crocevia dove si trova la Fonte ai Trogoli. Si segue ancora la strada/sentiero n. 00 in discesa e dopo aver raggiunto la bella sorgente Fonte di San Giovanni, si torna a Poggio alla Croce.